Peta contro Fendi, chi protegge gli animali contro chi li scuoia!
L’associazione più importante al mondo che lotta per la tutela e diritti degli animali, attacca Fendi nella sfilata dei festeggiamenti dei suoi primi 90 anni di attività. Peta come solitamente usa fare, non ha fatto mancare la sua provocazione per mettere in evidenza lo scempio della produzione Fendi, migliaia di animali finiscono in pelletteria di “lusso”.
Il problema generato da Fendi a proposito degli animali, non è solo responsabilità della casa di moda, ma anzi, i responsabili sono i suoi clienti, specie le donne che per darsi un tono devono griffarsi con la pelle degli altri!
Basta pelletteria!
Oggi ci sono decine di alte soluzioni e materiali per realizzare borse, borsette e portafogli, non occorre usare la pelle di nessuno, che al solo pensiero da la nausea, stessa cosa vale per le pellicce e qualunque altro indumento o prodotto realizzato con pelle e derivati degli animali!
L’attivista avrà con sé un finto gatto bianco per sottolineare che lo stilista, direttore creativo del brand da oltre 50 anni, coccola il proprio gatto Choupette mentre utilizza per le sue creazioni le pellicce di altri animali. La Peta incoraggia “Lagerfeld a unirsi a Giorgio Armani, Ralph Lauren e Calvin Klein e abbandonare l’uso delle pellicce”, e chiede ai consumatori di “non acquistare prodotti Fendi finché lo stilista non effettuerà questo cambiamento compassionevole”
Non solo Fendi
Vegani e attivisti considerano folle ammazzare animali per nutrirsi, e, in effetti, è proprio così, ma ancora più folle e scellerato è ammazzare animali di ogni specie per farli diventare dei portachiavi!! Follia che provoca molta rabbia, poi dicono che i vegani e attivisti sono fuori di testa, ammazzare un elefante per un ciondolo invece è normale!!
Le aziende cambino tipo di produzione, lo faranno probabilmente se non vorranno chiudere, perché è questo che accadrà in futuro, cambiare si può e si deve!