Ho lavorato a Giumella, la prima gastronomia totalmente vegana di Firenze, per meno di un anno e l’ho lasciata solo perché in procinto di trasferirmi a Pisa.
Non è facile essere una ligure a Firenze e in quel piccolo angolo di mondo dai colori delicati ho trovato una casa accogliente e profumata di biscotti appena sfornati.
Lucia, ideatrice e proprietaria del progetto, accoglie sempre con gentilezza, con un sorriso coinvolgente incorniciato da un viso solare e non mi ha mai lasciata senza una tazza di tisana calda tra le mani.
Non scherzo quando affermo che per me, vegana da diversi anni e in cerca di un impiego lavorativo fiorentino che non mi annichilisse completamente e lasciasse il tempo per le mie passioni, diventare parte del team di Giumella in veste di banconista è stato assolutamente miracoloso.
Quei mesi, circondata com’ero da appetitosi piatti tipici della tradizione toscana rivisitati in chiave vegana, sono stati meravigliosi. Ricordo di aver scoperto una miriade di segreti culinari, di aver annusato e testato i gustosi manicaretti che Lucia sperimentava e provava a preparare, sempre con incredibile successo!
Ho osservato il bancone cambiare colore di mese in mese, grazie all’utilizzo di ingredienti biologici e di stagione, il più possibile a km 0 e di provenienza italiana.
Come previsto sono stata coccolatissima da Lucia e dagli altri colleghi che hanno saputo viziarmi ogni volta che ne ho avuto bisogno, salvando l’umore di una giornata negativa grazie ad un assaggio di polpette di farina di farro e verdure intinte in una delle salse da acquolina in bocca o con una fetta della mia cheese cake preferita, quella con la composta di lamponi!
Per la prima volta ho potuto assistere di persona alla produzione del Reseitan artigianale di semola di grano duro toscano, macinata a pietra, oppure alla cagliatura della ricotta fresca di latte di soia biologico e italiano.
Ricordo di aver confessato spesso a Lucia, quando restavamo da sole nelle ore di attesa pomeridiane, che mi sentivo un po’ come dentro a quei film nostalgici e magici alla Chocolat.
E non mi stancavo mai di sentirle ripetere, quando qualche cliente curioso lo domandava, il significato del nome del suo locale. “Giumella” è una tipica espressione toscana con la quale si usava definire la quantità che può essere contenuta tra le mani unite a coppa. Per gli orientali il termine si addice perfettamente alla giusta ed equilibrata quantità di cibo per ogni individuo.
Quanto si impara delle altre persone cucinando per loro o servendogli il pranzo! Dall’alto del bancone, un po’ nascosta tra i vassoi di lasagne al cavolo nero o di fagioli perla conditi con generose spruzzate di pepe rosa fresco, ho osservato gli sguardi e i sorrisi laconici di lavoratrici e lavoratori in pausa, ho apprezzato complimenti e consigli da dolcissime insegnanti di yoga passate per la merenda e tra cucchiai e pentoloni ho stretto meravigliosi legami di amicizia che hanno dato senso in più ai miei mesi fiorentini.
Ogni volta che capito a Firenze cerco di passare a “Giumella”, la migliore e insostituibile gastronomia vegan della città!
Sito Web di Giumella: http://www.giumellavegan.it/
Ringrazio Susanna per averci raccontato la sua esperienza a Giumella ♥